I colori del dolore

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“L’angoscia e il dolore. Il piacere e la morte non sono altro che un processo per esistere. La lotta rivoluzionaria in questo processo è una porta aperta all’intelligenza.” Frida Kahlo

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“La malattia rende l’uomo sanabile. La malattia è il punto chiave, quello in cui è possibile trasformare lo stato di non salute in stato di salute. Perché questo possa accadere, l’uomo deve smettere di lottare e imparare invece che cosa ha da dirgli la malattia. Il paziente deve guardare dentro di sé ed entrare in comunicazione coi propri sintomi, se proprio vuole conoscerne in messaggio. Deve essere pronto a mettere in discussione tutto ciò che pensa di se stesso e a integrare consapevolmente quello che il sintomo cerca di fargli capire a livello fisico. La guarigione è sempre collegata ad una dilatazione di coscienza e ad una maturazione. Se il sintomo è sorto perché una componente dell’ombra è precipitata nel corpo e lì si è manifestata, così la guarigione è il processo inverso: il principio del sintomo viene portato a livello di coscienza e redento quindi alla propria esistenza materiale.”

Thorwald Dethlefsen – Rüdiger Dahlke, Malattia e Destino

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Consapevolezza e un diverso atteggiamento sono  la chiave per  interpretare e cambiare la stessa realtà e le esperienze che si vivranno in futuro.

Quando si conquista la consapevolezza che qualsiasi cosa ci accada, se ci accade è perché ci è utile ed è sempre l’effetto delle nostre scelte, di cui siamo consapevoli o no, il concetto di sofferenza perde il suo normale significato e si è pronti a vivere con volontà e capacità di intervenire attivamente e in modo costruttivo, modificando, creando e scegliendo la realtà stessa.

 

 

kahlo“Le persone più belle che abbiamo conosciuto sono quelle che hanno conosciuto la sconfitta, la sofferenza, lo sforzo, la perdita, e hanno trovato la loro via per uscire dal buio. Queste persone hanno una stima, una sensibilità, e una comprensione della vita che le riempie di compassione, gentilezza e un interesse di profondo amore.

Le persone  belle non capitano semplicemente, si sono formate.” Elisabeth Kübler Ross

Frida Kahlo è senza dubbio la pittrice messicana più famosa ed acclamata di tutti i tempi, diventata famosa anche per la sua vita travagliata.

Già affetta alla nascita da spina bifida, a 18 anni rimase vittima di un grave incidente mentre viaggiava su un autobus. Le conseguenze dell’incidente furono gravissime per Frida: la colonna vertebrale le si spezzò in tre punti nella regione lombare; si frantumò le ossa in vari punti, un palo le perforò il bacino e a causa delle ferite fu sottoposta nel corso degli anni a trentadue interventi chirurgici. Il dolore fisico e psichico  condizionò la sua salute per tutta la vita, ma non la sua tensione morale.

frida_kahlo_la_colonna_rottaSi dedicò con passione alla pittura per tutta la vita.

La colonna rotta fu dipinto nel 1944, dopo che le sofferenze per le innumerevoli operazioni chirurgiche l’avevano resa inabile all’insegnamento e l’avevano costretta a lunghi periodi di degenza.

“Non sono malata. Sono rotta. Ma sono felice, fintanto che potrò dipingere.”

Frida Kahlo

 

 

survive“Forse non è poi così terribile che le forze lentamente scemino. Andarsene bisogna pure in qualche modo. Chi come me vive in solitudine fatica a rendersi conto che arriva il momento di cedere il passo, che la vita è fatta di fasi e non si resta identici fino alla fine.” Pia Pera – Al giardino ancora non l’ho detto

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“Al giardino ancora non l’ho detto – non ce la farei.

Nemmeno ho la forza adesso di confessarlo all’ape.

Non ne farò parola per strada – le vetrine mi guarderebbero fisso –

che una tanto timida – tanto ignara abbia l’audacia di morire.

Non devono saperlo le colline – dove tanto ho vagabondato – né va detto alle foreste amanti il giorno che me ne andrò.

E non lo si sussurri a tavola – né si accenni sbadati, en passant,

che qualcuno oggi penetrerà dentro l’Ignoto.” Emily Dickinson

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Gorse è il Fiore della Speranza.

Nello stato negativo si è stanchi interiormente, ci si lascia andare, abbandonando ogni speranza. Nelle malattie croniche ci si rassegna, non riuscendo più a vedere alcuna possibilità. Con l’aiuto del rimedio non si abbandona mai del tutto la speranza e non ci si lascia abbattere.

 

 

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