Il Sé Separato

“Non c’è dolore più insopportabile dello sforzo di essere se stessi.”  Evgeny Vinokurov

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“Il cammino della crescita umana è costellato di rinunce. Nel corso della nostra vita cresciamo abbandonando. Rinunciamo ad alcuni dei legami più profondi. Rinunciamo ad alcune parti di noi che ci sono più care. Ci dobbiamo confrontare, nei nostri sogni, così come nelle relazioni più intime, con ciò che non avremo mai e ciò che non saremo mai. Gli investimenti emotivi ci lasciano vulnerabili di fronte alla perdita. E a volte, per quanto abili siamo, dobbiamo perdere.”  Judith Viorst

E’ difficile diventare una persona a sé stante, separarsi emotivamente e fisicamente, essere in grado di stare da soli sulle proprie gambe e sentire di essere una persona distinta dalle altre.

I bambini hanno bisogno della madre. Fino a quando non impariamo a tollerare la nostra separatezza fisica e psichica, il bisogno della presenza della madre è assoluto.

Se non si è pronti a lasciarla e a essere lasciati, qualsiasi cosa è meglio della separazione.

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C’è un momento in cui è giusto separarci da nostra madre. Ma se è nostra madre a lasciarci, quando siamo troppo giovani, troppo impreparati, troppo impauriti, troppo indifesi, il costo di questo abbandono, di questa perdita, di questa separazione può essere troppo alto.

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 “Ho sempre avuto la sensazione che lontano, da qualche parte, c’è una persona che farebbe qualsiasi cosa per me, qualcuno che esaudirebbe i miei bisogni, un po’ come nelle fiabe.”

no futureSe nella prima infanzia, specialmente nei primi sei anni, siamo stati troppo deprivati della presenza della madre di cui avevamo bisogno, possiamo avere subito una ferita emotiva paragonabile a una bruciatura o ferita estesa. Il dolore è inimmaginabile. Difficile e lento è il recupero. Il danno, anche se non fatale, può essere permanente.

“La separazione è dolorosa persino quando le madri coinvolte non sono “buone madri”, nel senso comune della parola. E’ risaputo che i bambini si attaccano anche alle madri che sono continuamente arrabbiate e a volte crudeli con loro. L’attaccamento del bambino piccolo alla madre sembra in gran parte indipendente dalle sue qualità personali.” Anna Freud

Anche se non ricordiamo consciamente le perdite dell’infanzia, quello che rimane in noi è la sensazione di impotenza, di bisogno e solitudine.

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Temendo la separazione, stabiliamo attaccamenti ansiosi e rabbiosi e spesso ci tiriamo addosso ciò di cui abbiamo paura.

Allontanando quelli che amiamo con la nostra vischiosa dipendenza, con la nostra rabbia che chiede aiuto. Temendo la separazione, ripetiamo senza saperlo la nostra storia, imponendo in altre ambientazioni il nostro passato, non consciamente rievocato, ma ancora così potente.

“Questa pianta vorrebbe crescere, ed anche essere embrione. Svilupparsi, ed anche fuggire. La condanna è prendere forma.” Richard Wilbur

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Heather è il fiore dell’Identità.

Le persone nello stato negativo si incentrano solo su se stesse e i propri problemi, non sono capaci di stare sole, perché ci si sentono perdute.

Sono gli adulti e i bambini bisognosi, che non hanno altra risorsa  se non l’attenzione e la dedizione dell’ambiente che li circonda.

Il rimedio li aiuta a sviluppare l’ascolto e l’empatia per sviluppare sane relazioni con le altre persone.

 

 

 

 

There are 2 comments.

  1. Grazie Maddalena x il tuo tocco…poetico e luminoso…Grazie x la Luce ke porti…con il tuo lavoro meraviglioso. Un grande abbraccio. Tiziana da Lecce

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