“Quando si diventa genitori, accade un fatto strano e malaugurato, cioè si comincia ad assumere un ruolo, a recitare una parte, dimenticando di essere una persona. In buona fede si assumono certi comportamenti, perché si crede che i genitori debbano comportarsi così. Questo terribile carico di responsabilità rappresenta una sfida e si pensa di dover sempre essere all’altezza della situazione, di dovere sempre amare i figli, di dover sempre essere tolleranti e giusti senza condizioni, di dover mettere da parte i propri bisogni e sacrificarsi per i figli e soprattutto di non dover ripetere gli errori dei propri genitori. Per essere genitori efficaci non c’è bisogno di rinunciare alla propria umanità, i genitori sono esseri umani e non divinità.” Thomas Gordon
Nonostante i ragazzi preferiscano essere accettati, sono comunque in grado di gestire la disapprovazione dei genitori quando questi inviano messaggi chiari e onesti: possono così contare sulla trasparenza e onestà, perché in quel momento i genitori sono autentici.
L’ascolto mantiene viva la comunicazione, può diventare di grande aiuto come pure l’accettazione dell’altro. L’accettazione è una delle condizioni più essenziali per contribuire alla crescita e al cambiamento, per permettere al figlio di realizzare il proprio potenziale e di crescere. Spesso i figli finiscono per diventare esattamente come i genitori li descrivono e quindi “Ripeti spesso a un ragazzo che è cattivo e quasi certamente lo diventerà”.
Il tipo di comunicazione verbale fra un genitore e un figlio la dice lunga sul loro rapporto. Quando i genitori dicono qualcosa a un figlio, spesso dicono qualcosa su di lui e ad ogni messaggio il figlio costruisce un’immagine di come il genitore lo percepisce.
Le 12 risposte tipiche dei genitori alle comunicazioni dei figli hanno per lo più un effetto distruttivo su di loro o sulla relazione e sono:
#Dare ordini, dirigere, comandare #Mettere in guardia, ammonire, minacciare #Esortare, moralizzare, fare la predica #Consigliare, offrire soluzioni o suggerimenti #Insegnare, argomentare, persuadere #Giudicare, criticare, opporsi, biasimare #Elogiare, assecondare #Etichettare, ridicolizzare, umiliare #Interpretare, analizzare, diagnosticare #Rassicurare, simpatizzare, consolare, sostenere #Inquisire, fare domande, indagare #Minimizzare, cambiare argomento, scherzare, distrarre
Le possibili conseguenze sono di indurre i figli a interrompere la comunicazione, di suscitare in loro sensi di colpa o di inadeguatezza, di ridurre la loro autostima, di costringerli a mettersi sulla difensiva, di scatenare risentimento e di non farli sentire accettati.
Ogni volta che un figlio decide di comunicare con il proprio genitore, lo fa perché ha un bisogno, si sente a disagio, prova un particolare sentimento, è turbato da qualcosa: i figli vogliono assicurarsi che i genitori capiscano quanto grave sia il loro malessere. Quando un figlio chiede esplicitamente un’informazione, un aiuto o una risorsa, che solo il genitore gli può fornire, potrebbe non avere alcun bisogno di discutere a fondo o analizzare le proprie emozioni. Inoltre le soluzioni proposte devono essere accettabili per entrambe le parti per risolvere i conflitti senza perdenti, metodo “win win”.
L’ascolto attivo esige che il genitore metta da parte i propri pensieri e sentimenti per concentrarsi esclusivamente sul messaggio del figlio, comprenda correttamente i sentimenti e i pensieri mettendosi nei suoi panni. L’ascolto frettoloso al contrario è ingiusto nei confronti del figlio e può danneggiare anche il rapporto con lui, che potrebbe pensare che ai suoi genitori non interessa ascoltarlo fino in fondo.
Di solito il figlio vuole solo che si comprendano i suoi sentimenti prima di agire costruttivamente in favore dei sentimenti del genitore. I messaggi di disapprovazione possono avere effetti devastanti sulla concezione di sé, che il figlio sviluppa progressivamente e lo inducono a sentirsi un buono a nulla, cattivo, indegno, pigro, egoista, irriguardoso, stupido, inadeguato, inaccettabile.
“Quanto maggiore è il potere, tanto maggiore è il rischio dell’abuso” E.Burke
I genitori perdono un’infinità di occasioni per rivelare ai figli i loro autentici sentimenti positivi e amorevoli. Ogni volta che essi costringono i figli a fare qualcosa ricorrendo al proprio potere e alla propria autorità negano a quel figlio la possibilità di imparare a responsabilizzarsi e autodisciplinarsi.
Il modo migliore per insegnare i propri valori è dando l’esempio e non costringendo i figli a vivere secondo certe regole.
I Fiori di Bach sono sempre un aiuto per migliorare i rapporti familiari. Qualche suggerimento:
Agrimony, il fiore dell’onestà, per la capacità di gestire i conflitti e imparare a non minimizzare, scherzare e ironizzare sempre.
Beech, il fiore della tolleranza, per l’eccessivo senso critico e intolleranza.
Chicory per i genitori che hanno sempre qualcosa da correggere, proporre, organizzare o criticare.
Impatiens per i genitori che perdono facilmente la pazienza con i figli.
Holly per la rabbia e tutti i sentimenti che nascono dal sentirsi rifiutati.
Larch, il fiore della fiducia in se stessi, per potenziare l’autostima.
Mimulus, il fiore del coraggio, per la timidezza e le paure.
Pine, il fiore dell’accettazione di sè, quando si tende a svalutarsi a causa dei sensi di colpa.
Vine per le situazioni in cui si ricorre all’autorità, ci si comporta con durezza e si impone agli altri la propria volontà.
There are 4 comments.
Io non essendo genitore non riesco ad immaginare come sarei stata con i miei figli e mai lo saprò, purtroppo!!!
Sono d’accordo tramettere ai nostri figli i ns istinti e i nostri desideri. Così li avremo sempre vicini, come succede con le mie figlie anche se sono ormai grandi
*outing*
Occorre un bel pò di auting, ci sto lavorando!
Quel che ho imparato dallo yoga è che non dovremo mai scordare di seguire i nostri istinti e i nostri desideri in modo da insegnare ai figli- attraverso l’esempio- a fare altrettanto.
Grazie e buona settimana
Un abbraccio
Giorgia