I giorni dell’abbandono

“C’è un momento in cui è giusto separarci da nostra madre. Ma a meno che non si sia preparati alla separazione – se non si è pronti a lasciarla e a essere lasciati – qualsiasi cosa è meglio della separazione.” Judith Viorst

Se nell’infanzia abbiamo subito una serie di separazioni, ad esempio la morte di uno dei genitori, violenti litigi familiari, mancanza di cure, freddezza della madre, possiamo avere subito  ferite emotive paragonate a bruciature o ferite estese, che lasciano cicatrici emotive.

Anche eventi considerati  normali come la nascita di un fratellino possono essere vissuti come abbandono.

Il dolore è grande e il recupero è lento e difficile.   

Ognuno di noi ha un bambino interiore che continua a reagire a  quelle ferite ogni volta come se fossero  attuali, come se si sentisse nuovamente in pericolo.

“Quanti più affetti lasci cadere per il cammino, più sarai vicino a trovare te stesso.” Walter Riso

Le separazioni premature della prima infanzia possono alterare le nostre aspettative e il modo con cui affronteremo in seguito le perdite inevitabili della nostra vita.

Temendo nuove separazioni da adulti stabiliremo attaccamenti ansiosi e spesso ci tireremo addosso ciò di cui abbiamo più paura.

Temendo la separazione ripeteremo senza saperlo la nostra storia e il nostro passato.

Durante la vita incontriamo molte persone, ed è normale che a un certo punto le nostre strade si separino, ma ogni allontanamento di persone care comporterà la paura di rivivere il dolore dell’abbandono.

 Anche dopo molti anni rimane la sensazione d’impotenza, di bisogno e di solitudine e una porta che sbatte può ricordare l’angoscia della perdita.

“Vorrei catturare il tuo cuore ed i tuoi sentimenti e giocare con loro e poi abbandonarli, come tu hai fatto con me.” Oscar Wilde

La sensazione di abbandono è accompagnata dalla convinzione di non essere sufficientemente importanti per meritare l’attenzione altrui. Per proteggerci possiamo sviluppare strategie come il distacco emotivo, perchè abbiamo imparato da piccoli che amare e avere bisogno di qualcuno è troppo doloroso.

L’assenza non rende più appassionati, ma più freddi.

“La solitudine è sofferenza maledetta non quando si è soli, ma quando si ha il sentimento di contar niente per nessuno.”  Enzo Bianchi

La paura di essere abbandonati nasconde il timore di restare soli, di conseguenza ci si aggrappa in maniera emotivamente dipendente agli altri, con il risultato inevitabile di una separazione.

Come il bambino bisognoso anche l’adulto bisognoso ha bisogno dell’energia degli altri e la solitudine è il peggior nemico.

“Quello di cui ho paura non è la morte, ma la solitudine.” August Strindberg

Heather è il Fiore di Bach per tutti coloro che hanno bisogno di compagnia e si sentono soli quando non c’è nessuno con cui parlare. A causa della loro eccessiva loquacità e del loro estremo bisogno di essere sempre al centro dell’attenzione possono diventare dei veri e propri “attaccabottoni” costringendo gli altri alla fuga, con il risultato di rendere ancora più insopportabile la loro solitudine.

La descrizione del Dr Bach:

“Per coloro che sono sempre alla ricerca della compagnia di chiunque sia disponibile, spinti dall’irrefrenabile necessità di parlare dei loro affari con gli altri, non importa di che persone si tratti.

Sono molto infelici se devono rimanere soli per un certo periodo di tempo.” 

“Essere adulti è essere soli.”  Jean Rostand

“Pensavo che la cosa peggiore nella vita fosse restare solo. No, non lo è. Ho scoperto invece che la cosa peggiore nella vita è quella di finire con persone che ti fanno sentire veramente solo.” Robin Williams

 

 

“La solitudine è come una lente d’ingrandimento: se sei solo e stai bene stai benissimo, se sei solo e stai male stai malissimo.” Giacomo Leopardi

 

“La solitudine cercata è un balsamo, la solitudine subita un’aggressione.”  Robert Sabatier

“Nella solitudine il solitario divora se stesso, nella moltitudine lo divorano i molti. Ora scegli.”  Friedrich Nietzsche 

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